L’origine della chiesa parrocchiale di Cavalcaselle, dedicata ai santi Filippo e Giacomo, è assai remota. Dai documenti in possesso risulta che almeno nel sec. XV esisteva una piccola chiesa con caratteristiche architettoniche completamente diverse dall’attuale, ampliata a partire dall’anno 1755 per rispondere all’aumento di popolazione e alla nuova espansione del paese. L’antica chiesa si trovava nel medesimo luogo dell’attuale abside-presbiterio e aveva dimensioni ridotte: la pianta era rettangolare, l’ingresso principale posto in direzione dell’odierna corte della canonica, ossia verso ovest. Davanti alla chiesa esisteva una piazzola e in direzione nord il camposanto.

Nel sec. XV il borgo di Cavalcaselle, allora poco popolato, alcune centinaia di anime, comprendeva le case dell’attuale via S. Zeno e via Belfiore e la chiesetta era perciò orientata verso esse, in direzione di Peschiera del Garda. Dell’antica chiesa rimangono attualmente una parte del pavimento, in marmo bianco e rosso di disegno romboidale, situata dietro l’altare maggiore e, elemento di interesse storico, la tomba del nobile Mariotto Dal Monte, marchese da Monte San Severino, discendente dalla famiglia di Papa Giulio III; il nobile Dal Monte, venuto da Arezzo nel 1400, proprietario e signore di quasi tutto il territorio di Cavalcaselle, fu seppellito nel 1467 e la sua tomba di marmo rosso è situata nel pavimento dietro all’altare maggiore.

Nel 1755 venne demolita la vecchia chiesa parrocchiale perché da tempo angusta e insufficiente e nel medesimo anno, sulla stessa area, si iniziò la nuova costruzione. Il progetto della nuova chiesa fu affidato al noto architetto veronese Adriano Cristofali: le parti certamente più interessanti del progetto furono la pianta, a struttura centrale, di forma ellissoidale, destinata ai fedeli e, superiormente, il soffitto a volta cupolata. Si affrontarono in modo decisivo i particolari costruttivi e i temi relativi alla realizzazione di tale progetto, si eressero ponteggi di notevoli dimensioni, sia all’interno sia all’esterno. Certamente il grande cantiere doveva avere molte antenne, argani, legname, pietrame, calce, sabbia e mattoni. Si può immaginare che per un certo periodo la chiesa fosse circondata da impalcature e che un certo numero di muratori, manovali e carpentieri si affaccendassero intorno a quella costruzione che cresceva giorno dopo giorno.

Il parroco di allora, Don Giuseppe Alberghetti diede inizio ai lavori consigliato ed aiutato economicamente dalle nobili famiglie Maffei e De Emilei, Jiuspatroni del paese. Gli stessi abitanti lavorarono volontariamente e contribuirono economicamente alla realizzazione della chiesa, avvenuta in otto anni. Gli successe Don Giuseppe Curti che la condusse a termine come si legge nel suo diario. Fu infatti completata nel 1763, con l’innalzamento dell’altare maggiore nel 1761 e dei due altari laterali nel 1763; splendidi di marmi pregiati, tra i quali spiccano in evidenza il verde africano e le brecce viola e bianche. La chiesa fu consacrata il 31 Ottobre 1770 con solenne celebrazione presieduta dal vescovo Giustiniani.

Nel 1827 fu ampliato il transetto della chiesa aggiungendo, nella parte destra, uno spazio destinato ad oratorio e controbilanciando la parte sinistra con un analogo vano più ridotto. Con tale intervento forse si snaturò lo spirito e la concezione spaziale dell’impianto settecentesco del Cristofali.

Fino al 1925 era presente il pulpito sul lato sinistro della navata e l’organo sopra l’ingresso principale della chiesa.

Nel 1905 fu collocata all’ingresso principale, dopo aver tolto l’organo, la bella e artistica bussola eseguita dal Vesentini; nel 1925 la chiesa fu decorata internamente dal pittore Angelo Adometti con gusto e sobrietà e si provvedette alla manutenzione esterna delle murature con lavori di restauro e nuove tinteggiature. Nel 1927 si inaugurò un concerto di 5 campane su castello in ferro.

Durante l’ultima guerra numerose bombe caddero sul paese per la sua vicinanza a Peschiera e alla linea ferroviaria: il giorno 1 Dicembre del 1944 venne colpita la parrocchiale e completamente la canonica. Nel 1945 fu ricostruita l’abside della chiesa e la canonica.

Nel 1982 fu restaurata la copertura della chiesa e il campanile; nel 1996 fu sistemata l’area esterna sul lato sud della chiesa.

All’interno della chiesa si possono ammirare numerose e pregevoli opere di pittura:

  • Pala dell’Altare Maggiore – “Madonna degli Angeli e Santi Patroni Filippo e Giacomo” di Antonio Cavaggioni, del 1760;
  • Pala dell’Altare della Compagnia del Cereale (sinistra) – “La presentazione al Tempio” di Gian Domenico Cignaroli (di inestimabile valore), del sec. XVIII;
  • Pala dell’Altare della Compagnia del Rosario (destra) – “Madonna tra Santi”, di Francesco Lorenzi e sua scuola, del sec. XVIII;
  • Tela sul lato destro dell’Abside – “Il serpente di bronzo” – di autore ignoto, del sec. XVIII;
  • Tela sul lato sinistro dell’Abside – “La raccolta della manna” – di autore ignoto, del sec. XVIII;
  • Tela sul lato destro del Presbitero – “Elia dormiente nel deserto” – di autore ignoto, del sec. XVIII;
  • Tela sul lato sinistro del Presbitero – “Melchisedeck” – di autore ignoto, del sec. XVIII;
  • Tela sulla parete destra della navata (davanti) – “S. Pietro” – di autore ignoto, sec. XVIII;
  • Tela sulla parete destra della navata (dietro) – “S. Margherita da Cortona” – di Francesco Lorenzi, del sec. XVIII;
  • Tela sulla parete sinistra della navata (davanti) – “Deposizione dalla Croce” – di autore ignoto, sec. XIX;
  • Tela sulla parete sinistra della navata (dietro) – “La Maddalena” – di Angelo Da Campo, del sec. XVIII;
  • Tela sulla parete sinistra dell’Oratorio – “Il Battesimo di Gesù” – di autore ignoto, sec. XIX;
  • Tela sulla parete sinistra dell’Oratorio – “La Vergine col Bambino” – di autore ignoto, sec. XIX;
  • Tela sulla parete destra dell’Oratorio – “La Madonna del Rosario di Pompei” – di L. Marai – 1894;
  • Tela sulla parete destra dell’Oratorio – “La Sacra Famiglia” – di L. Marai – 1894;
  • Lungo la navata della chiesa 14 stazioni della “Via Crucis” su tela – autore ignoto, seconda metà del sec. XIX;
  • Medaglione al centro del soffitto cupolato, presumibilmente attribuibile alla scuola del Lorenzi, rappresenta “la Trasfigurazione”. Gli affreschi della volta sono opera del pittore Giorgio Anselmi;
  • Affreschi sopra la volta e sopra l’abside della chiesa raffiguranti “Gli Evangelisti” e “l’Agnello” e “Maria e gli Angeli” – di Aldo Pegrassi – 1946.

Sono da ammirare inoltre nella chiesa gli angeli bianchi ai lati della zona presbiteriale opera dello scultore Lorenzo Muttoni e i numerosi arredi sacri tra i quali meritano attenzione il coro, i confessionali e il fonte battesimale. (a.t.)

Relazione storica
a cura dell’Architetto Armando Tortella